Burocrazia: un problema solo contemporaneo?

(Gianfranco Rucco) Se lo si analizza in chiave storica in realtà il problema della “riforma della burocrazia”, lungi dal costituire una caratteristica dell’era moderna e contemporanea,  è antichissimo: la più antica testimonianza attestata di un intervento correttivo di tale problema risale a più di 4300 anni fa, allorché Urukagina,anche detto Uru-inim-gina o Uruinimgina (2380 a.C.ca.), un Ensi (titolatura regale in uso nella Mesopotamia protodinastica) di Lagash, divenne famoso per la sua legislazione basata sui principi di libertà (la riforma di Urukagina è il più antico documento ad usare questa parola), uguaglianza e giustizia, e per le riforme sociali e morali che ne conseguirono.

In particolare Urukagina si concentrò, oltre che sulla moderazione dei tassi di interesse, sulla lotta alla corruzione, ampiamente diffusa all’interno della vasta burocrazia statale, e sulla separazione tra “Stato” (il Palazzo reale) e “Chiesa” (il Tempio).

Urukagina sosteneva che fosse stato il Dio di Lagash, Ningirsu, a ordinare di “restaurare i decreti del passato e porre fine all’oppressione dei poveri” (cfr. Alan F. Alford. Il mistero delle genesi delle antiche civiltà), come si evince dai seguenti estratti del suo editto: “Da tempo immemorabile, da quando la vita ha avuto inizio, il capo dei barcaioli si appropriava delle barche, il funzionario addetto al bestiame si appropriava degli asini, un altro delle pecore, e il funzionario preposto alla pesca si appropriava  dei…Queste erano le usanze di una volta! Quando Ningirsu, guerriero di Enlil, diede la regalità su Lagash…egli riformò le usanze dei tempi precedenti”.

Egli rimosse il capo barcaiolo, rimosse il funzionario addetto al bestiame, rimosse l’ispettore della pesca, rimosse il supervisore del magazzino dei cereali dal controllo sulle tasse in granaglie, rimosse il funzionario responsabile del pagamento delle tasse in argento e rimosse il funzionario responsabile della consegna delle tasse scegliendolo tra i funzionari del palazzo invece che tra i funzionari del tempio.

Il codice di Urukagina rendeva esenti da tassazione le vedove e gli orfani; obbligava la città a pagare le spese funebri (incluse le libagioni per il viaggio del morto nel mondo inferiore); decretò che i ricchi dovessero usare l’argento nelle contrattazioni con i poveri, e se il povero non desiderava vendere, nessuno poteva forzarlo a farlo.

Fu solo grazie a Urukagina che il potere dei sacerdoti venne notevolmente ridotto.

Urukagina distrusse la vecchia burocrazia, risanò l’economia, si avvalse di funzionari di controllo, istituì un primo codice legale e diede vita a una sorta di programma di interventi sociali, che tra l’altro contemplava la protezione e l’assistenza alle vedove e agli orfani.

Queste politiche solidaristiche di restaurazione della giustizia originaria voluta dagli “Dei” a mezzo, soprattutto, di manovre sui tassi di interesse, caratterizzarono tutta la legislazione sumero-accadica ed ebbero la loro espressione più nota nel Codice di Hammurapi.

Gianfranco Rucco